Vai al contenuto
Home » Manuale Spazi Confinati DPR 177/2011

Manuale Spazi Confinati DPR 177/2011

MANUALE ILLUSTRATO PER LAVORI IN AMBIENTI SOSPETTI DI INQUINAMENTO O CONFINATI AI SENSI DELL’ART. 3 COMMA 3 DEL DPR 177/2011

Pubblicazione realizzata dal Sottogruppo Ambienti Confinati del Comitato 1 della Commissione Consultiva Permanente per la Salute e Sicurezza sul Lavoro Coordinamento tecnico Luciano Di Donato, Liliana Frusteri Coordinatore del Gruppo di Lavoro Luciano Di Donato INAIL DTS Mauro Franciosi Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Liliana Frusteri INAIL CONTARP Antonio Giordani CTE Fabiola Leuzzi CONFINDUSTRIA Antonio Maggi VV.F. Lucina Mercadante INAIL PREVENZIONE Michele Meschino INAIL CTE Fabio Pera INAIL DTS Miranda Prestipino CTE Luca Scapolo AIDEPI Amedeo Siniscalco CTE Sebastiano Calleri CGIL Nazionale Cinzia Frascheri CISL Nazionale Gabriella Galli UIL Nazionale Progettazione grafica, immagini e dialoghi Andrea Catarinozzi INAIL DTS Luciano Di Donato INAIL DTS Mauro Franciosi Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Liliana Frusteri INAIL CONTARP Fabiola Leuzzi CONFINDUSTRIA Lucina Mercadante INAIL PREVENZIONE Michele Meschino INAIL CTE Angela Palazzo INAIL DPO Fabio Pera INAIL DTS Luca Scapolo AIDEPI Grafica Andrea Catarinozzi – INAIL Dipartimento Tecnologie di Sicurezza Angela Palazzo – INAIL Dipartimento Processi Organizzativi

INTRODUZIONE: Negli ultimi anni gli ambienti sospetti di inquinamento o confinati sono saliti alla ribalta della cronaca per gravi infortuni mortali ripetutisi con dinamiche spesso molto simili tra loro che hanno messo in evidenza diverse criticità. Proprio al fine di incidere positivamente sul fenomeno infortunistico riducendo numerosità e gravità degli eventi incidentali, si è arrivati alla forte determinazione di realizzare il Decreto del Presidente della Repubblica del 14.09.2011, n° 177, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 260 dell’8/11/2011, entrato in vigore il 23/11/2011, che è un Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti “sospetti di inquinamento o confinati”. Nel DPR si definiscono le linee generali di una vera e propria strategia di contrasto agli infortuni relativi alle attività in tali ambienti, di cui fa parte integrante e fondamentale la predisposizione di buone prassi utili a indirizzare gli operatori. In tale complessivo contesto si è colta la necessità di realizzare un manuale pratico che rappresenti i contenuti di una procedura di sicurezza per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati così come previsto ai sensi dell’art. 3 comma 3 del DPR 177/2011, rivolto a quanti operano a vario titolo in tale settore e, soprattutto, a tutte quelle micro e piccole imprese che si occupano di bonifiche e/o manutenzione in ambienti confinati. Il presente manuale, che prende come esempio una cisterna interrata, rappresenta il primo volume di una serie che avrà l’obiettivo di approfondire e fornire soluzioni tecniche, organizzative e procedurali per i lavori da realizzare nelle diverse tipologie di ambienti sospetti di inquinamento o confinati, al fine di mettere a disposizione degli operatori un “catalogo” di soluzioni validate ed efficaci. Si evidenzia che nel manuale ogni volta che si parla di ambienti confinati ci si riferisce anche a quelli sospetti di inquinamento. Il manuale si apre con l’illustrazione dei punti chiave da prendere in considerazione qualora ci si appresti a lavorare in un luogo sospetto di inquinamento o confinato, ossia quei punti irrinunciabili per operare in sicurezza come analisi del rischio, appropriata sorveglianza sanitaria, procedure di lavoro e di emergenza, formazione, informazione ed addestramento degli operatori. A seguire, allo scopo di rendere il manuale uno strumento pratico e “reale”, si è scelto di illustrare una “storia tipo”, che ovviamente va adattata alle diverse realtà lavorative. I protagonisti riproducono alcune delle attività tipiche che possono verificarsi preliminarmente e durante lo svolgimento di lavori in ambienti confinati. La storia è strutturata in modo tale da fornire le principali prassi da seguire nelle diverse fasi lavorative: scelta di imprese “qualificate”, valutazione dei rischi, affidamento dei lavori, organizzazione della squadra di lavoro. Accanto all’illustrazione della storia, relativa a una realtà specifica, è affiancato un testo per la generalità dei casi, in cui vengono riportati i principali rischi, soluzioni tecniche, organizzative e procedurali, DPI da utilizzare, procedure di emergenza e soccorso. Per quanto la “storia tipo” si riferisca ad una specifica attività lavorativa svolta all’interno di una cisterna interrata, il testo riporta informazioni di carattere generale applicabili nei diversi ambienti sospetti di inquinamento. È fondamentale tenere presente che il manuale si propone quale utile documento di riferimento ma non può sostituirsi ad una valutazione e gestione del rischio che va calata in ogni specifica realtà.

1. PUNTI FONDAMENTALI PER L’ELABORAZIONE DELLE PROCEDURE DI SICUREZZA È necessario evitare l’ingresso negli ambienti confinati, per quanto possibile, ed è opportuno verificare se i lavori al loro interno possano essere svolti in altro modo (ad es. operando dall’esterno utilizzando dispositivi teleguidati, telecamere, e tenendo comunque conto dello stato dell’arte e dello sviluppo tecnologico). Nel caso ciò non fosse possibile, è necessario che i lavori vengano eseguiti secondo precise procedure di sicurezza. È necessario che il lavoro in ambienti confinati sia autorizzato e sia stato condiviso e firmato un apposito modulo autorizzativo (allegati 1a e 1b), nel quale sono individuate le figure coinvolte. Di seguito sono riportati alcuni punti fondamentali per l’elaborazione di una procedura per l’accesso e l’esecuzione di lavori in ambienti confinati. È compito di quanti operano negli specifici luoghi di lavoro integrare tali punti con quanto richiesto dall’attività e dalla tipologia di ambiente confinato. 1.1 Misure e precauzioni preliminari Prima dell’inizio dei lavori è necessario: – effettuare una specifica analisi per l’identificazione dei pericoli dalla quale deve discendere una adeguata valutazione dei rischi, tenendo conto delle possibili modifiche nel tempo delle condizioni ambientali e di lavoro iniziali (ad es. infiltrazione di gas metano in una condotta fognaria/scavo per la presenta di un gasdotto …). – definire specifiche procedure operative che individuino: • caratteristiche dell’ambiente confinato, dei lavori che devono essere svolti e loro durata, tenendo conto anche dei turni degli operatori; • modalità per delimitare l’area di lavoro (per evitare eventuali rischi da interferenza); • modalità per accertare l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori; • modalità con la quale effettuare una bonifica se sono presenti sostanze pericolose. – stabilire adeguate modalità di gestione di un’eventuale emergenza in funzione del rischio presente, dell’accesso (orizzontale o verticale, a livello del suolo o in quota), delle dimensioni e delle caratteristiche strutturali dell’ambiente confinato, anche eventualmente in coordinamento con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale e dei Vigili del Fuoco; – informare, formare e addestrare i lavoratori coinvolti nell’attività con particolare riferimento all’applicazione delle procedure e all’uso dei DPI, della strumentazione e delle attrezzature di lavoro sulla base delle attività da svolgere e dei rischi presenti.

Va valutata quindi:

  • – la necessità, in alcuni casi, di ricorrere a una ventilazione forzata o altri mezzi idonei;
  • – la necessità, tipo e frequenza dei monitoraggi ambientali (prove di abitabilità) attraverso adeguata strumentazione di rilevamento, opportunamente tarata ed eventualmente dotata di sistemi di allarme acustico e/o luminoso (ad es. strumenti che rilevano la presenza di più gas, il contenuto di ossigeno, il livello di contaminanti, il livello di esplosività, le condizioni microclimatiche);
  • – l’opportunità di eseguire il monitoraggio in continuo, quando possa esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera. In caso di atmosfere potenzialmente esplosive, la strumentazione dovrà essere rispondente al DPR 126/98
  • – recepimento della direttiva di prodotto ATEX
  • – e di categoria scelta dal responsabile dei lavori in relazione alla probabilità e durata dell’atmosfera esplosiva;
  • – l’eventuale presenza di rischi indotti dalle lavorazioni previste (ad es. formazione di fumi) o dal contesto in cui si opera (es. attività con lunga permanenza in pozzetti stradali sotterranei ubicati in strade ad alta intensità di traffico o in vicinanza di corsi d’acqua);

6 – la necessità e la modalità con la quale isolare l’ambiente confinato dal resto dell’impianto (ad es. chiusura e blocco di serrande, valvole, saracinesche che possano immettere sostanze pericolose nell’ambiente confinato, sezionamento degli impianti elettrici, lockout-tagout), installando opportuna segnaletica e cartellonistica. – la modalità di verifica dell’idoneità e funzionalità delle attrezzature di lavoro e di soccorso;

– la modalità di verifica dei requisiti e dell’idoneità dei DPC (dispositivi di protezione collettiva) e dei DPI; – laddove necessario, l’opportunità di eseguire la prova di tenuta o fit–test1 dei DPI per le vie respiratorie. 1.2 Segnaletica È opportuno segnalare i luoghi di lavoro classificabili come “ambienti confinati” o “ambiente sospetto di inquinamento”, rientranti nell’ambito di applicazione del DPR 177/2011, con apposito cartello. Nell’evidenziare che non esistono cartelli di tipo unificato per questa tipologia, si suggerisce che essi contengano almeno le seguenti indicazioni:

  • – pittogramma rappresentativo di “pericolo generico”;
  • – pittogrammi per rischi aggiuntivi quali ad esempio esplosione, presenza infiammabili, tossici, rischio asfissia;
  • – la dicitura “ambiente confinato” o “ambiente sospetto di inquinamento”;
  • – la dicitura “divieto di ingresso senza lo specifico modulo autorizzativo”

In allegato 6 è riportato un cartellone tipo di avvertenza. 1.3 Esecuzione dei lavori È sempre necessario avvalersi di personale in possesso di competenze e formazione specifiche. Inoltre, in caso di affidamento dei lavori ad imprese appaltatrici o a lavoratori autonomi, questi devono essere qualificati ed il datore di lavoro committente deve individuare un suo rappresentante che vigili con funzione di indirizzo e coordinamento sulle attività svolte. Si evidenziano di seguito alcuni punti su cui deve essere posta particolare attenzione per l’esecuzione dei lavori: o bonifica: qualora, anche dopo bonifica, possa esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori devono indossare un’imbracatura di sicurezza collegata a una fune di recupero, vigilati per l’intera durata del lavoro da un altro lavoratore posizionato all’esterno e, ove occorra, forniti di dispositivi di protezione adeguati; o sorgente di energia autonoma: l’eventuale sorgente autonoma di energia (gruppo elettrogeno) va collocata in posizione idonea, tenendo conto dell’emissione di fumi che possono entrare nell’ambiente confinato; o sistema di comunicazione: è necessario garantire e mantenere attivo un adeguato sistema di comunicazione in modo da permettere ai lavoratori impegnati all’interno dell’ambiente confinato di tenersi in contatto con quelli all’esterno, e di lanciare l’allarme in caso di emergenza; 1 Il fit test verifica che la maschera sia della giusta misura e sia indossata correttamente dall’operatore. Viene effettuato usando delle soluzioni (ad es. a base di saccarina) e può essere di natura : quantitativa, ovvero si misura la concentrazione della soluzione usata all’esterno ed all’interno della maschera con idoneo strumento; qualitativa, ovvero si effettua tramite un test “passa/non passa” che si basa sulla percezione del sapore della soluzione di test da parte dell’operatore (percependo il gusto, il test di tenuta fallisce). 7 o assistenza dall’esterno: presso l’apertura di accesso, in posizione sicura, deve essere sempre presente un lavoratore, dotato degli stessi DPI di colui che opera all’interno, per offrire assistenza ed essere in grado di recuperare un lavoratore eventualmente infortunato e/o colto da malore nel più breve tempo possibile e secondo quanto stabilito nelle procedure di emergenza. o presenza di gas negli scavi: quando si eseguono lavori entro pozzi, fogne, cunicoli, camini e fosse in genere, devono essere adottate idonee misure contro i pericoli derivanti dalla presenza di gas o vapori tossici, asfissianti, infiammabili o esplosivi, specie in rapporto alla natura geologica del terreno o alla vicinanza di fabbriche, depositi, raffinerie, stazioni di compressione e di decompressione, metanodotti e condutture di gas, che possono dar luogo ad infiltrazione di sostanze pericolose. Il/I lavoratore/i che entra/no nell’ambiente confinato deve/ono: – avere l’idoneità sanitaria per la mansione specifica; – conoscere i pericoli presenti e la procedura di lavoro; – conoscere le caratteristiche tecniche dei DPI ed utilizzarli in modo appropriato secondo l’addestramento ricevuto; – laddove necessario, indossare i DPI idonei per consentire una rapida estrazione in caso di condizioni anomale e/o impreviste (ad esempio una imbragatura completa, collegata mediante una fune ad apposito argano o treppiede); – mantenersi in costante comunicazione (vocale e/o visiva) con l’addetto esterno e nel caso in cui la comunicazione avvenga con apparecchi trasmittenti deve essere assicurata la non schermatura di tali trasmissioni dagli stessi ambienti di natura metallica; – conoscere le procedure di emergenza; – laddove necessario, munirsi di apparecchio portatile, dotato di dispositivo di allarme, per la misurazione in continuo della percentuale di ossigeno o di altre sostanze; – laddove necessario, munirsi di apparecchio portatile, dotato di dispositivo di allarme, per la misurazione in continuo della concentrazione in aria di sostanze infiammabili (in % del limite inferiore di esplodibilità LEL); – laddove necessario, dotarsi di sistemi a funzionamento elettrico o a batteria rispondenti ai requisiti di sicurezza del DPR 126/98 (recepimento della Direttiva ATEX); – evacuare immediatamente l’ambiente confinato e comunicare al proprio responsabile ogni condizione anomala e/o imprevista riscontrata all’interno dell’ambiente; – evacuare immediatamente l’ambiente confinato quando ordinato dall’operatore esterno e/o all’attivazione di qualche segnale codificato di allarme e/o al riconoscimento di qualche sintomo di malessere fisico. L’operatore/gli operatori esterno/i devono: – avere l’idoneità sanitaria per la mansione specifica; – conoscere i pericoli presenti e la procedura di lavoro; – assicurare la presenza per tutta la durata dei lavori. Se per qualunque motivo ci si deve allontanare, deve essere richiesto il cambio ad un altro operatore, anche esso in possesso di competenze e formazione specifiche e dotato di idonei DPI;

  • – mantenere una comunicazione costante con il lavoratore/i all’interno;
  • – proibire l’ingresso a chiunque non sia stato autorizzato;
  • – controllare che le condizioni di sicurezza non mutino e/o non sopraggiungano pericoli dall’esterno;
  • – conoscere le procedure di emergenza;
  • – far evacuare immediatamente l’ambiente confinato se si verifica una condizione anomala e/o imprevista (ad esempio riconducibile alle modalità di lavoro e/o alle condizioni del lavoratore);

8 – essere specificatamente equipaggiato ed addestrato al primo soccorso per l’assistenza e il recupero del lavoratore. RICORDA! Prima di entrare per prestare assistenza, i soccorritori devono indossare i previsti DPI. 1.4

  • Informazione,
  • formazione,
  • addestramento e idoneità sanitaria per la mansione specifica Tutto il personale, sia aziendale che terzo, che a qualunque titolo debba operare entro un ambiente confinato e/o fornire assistenza dall’esterno, deve essere preventivamente e specificatamente autorizzato dal proprio Datore di Lavoro previa idonea informazione, formazione ed addestramento previsti nello specifico dal DPR n° 177 del 14/09/2011. Dovrà altresì possedere idoneità sanitaria per la mansione specifica. Quanto sopra è obbligatorio anche per i lavoratori autonomi. In caso di affidamento dei lavori ad impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi, il datore di lavoro committente, prima dell’accesso ai luoghi di lavoro, dovrà informarli (per un tempo non inferiore ad un giorno) su tutti i rischi esistenti negli ambienti, sulle caratteristiche dei luoghi di lavoro, sulla procedura di emergenza di pertinenza della propria attività. Note: – la sorveglianza sanitaria sarebbe opportuna anche per i lavoratori autonomi, per quanto facoltativa ai sensi dell’art. 21 del D. Lgs. 81/08; – la sorveglianza sanitaria per l’idoneità specifica alla mansione deve tener conto: o degli elementi di rischio delle differenti tipologie di ambienti confinati o sospetti di inquinamento; o dei fattori individuali che possono favorire l’accadimento degli eventi infortunistici; o della necessità di utilizzo dei DPI di III categoria (nei casi previsti dalla norma di legge).

2.1 Qualificazione dell’impresa

Qualsiasi attività lavorativa nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati può essere svolta unicamente da imprese o lavoratori autonomi qualificati. In particolare alcuni requisiti di qualificazione sono:

  • – presenza di personale, con esperienza almeno triennale relativa a lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (in percentuale non inferiore al 30% della forza lavoro). Il preposto deve necessariamente possedere tale esperienza;
  • – attività di informazione e formazione di tutto il personale mirata alla conoscenza dei fattori di rischio propri dei lavori in ambienti sospetti di inquinamento e soggetta a verifica di apprendimento e aggiornamento; si fa presente che ciò vale anche per il datore di lavoro se impiegato per tali lavori;
  • – possesso di dispositivi di protezione individuale, strumentazione e attrezzature di lavoro idonei e avvenuta effettuazione di attività di addestramento all’uso corretto di tali dispositivi, strumentazione e attrezzature di lavoro;
  • – addestramento di tutto il personale impiegato in tali attività, ivi compreso il datore di lavoro, relativamente all’applicazione delle procedure di sicurezza. Si evidenzia che, in attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, non è ammesso il ricorso a subappalti, se non autorizzati espressamente dal datore di lavoro committente (che ha la disponibilità giuridica dei luoghi) e certificati. Quanto sopra si applica anche nei riguardi delle imprese o dei lavoratori autonomi ai quali dovessero venire subappaltate le lavorazioni.

2.2 Analisi dei rischi e procedura operativa

2.2.1 Rischi da interferenza Nel caso in cui i lavori siano dati in appalto:

• il datore di lavoro committente (DLC) e il datore di lavoro dell’impresa appaltatrice o lavoratore autonomo (DLA) coordinano gli interventi di prevenzione e protezione, informandosi reciprocamente per eliminare i rischi dovuti alle interferenze tra i lavori delle imprese coinvolte nell’esecuzione dell’opera;

• laddove previsto, il DLC promuove la cooperazione ed il coordinamento, elaborando un unico documento di valutazione dei rischi (DUVRI), allegato al contratto di appalto o di opera (D. Lgs. 81/08 e s.m.i art. 26);

• i lavoratori coinvolti nell’appalto devono essere muniti di apposita tessera di riconoscimento.

• Il DLC individua un proprio rappresentante

Il DLC verifica l’idoneità tecnico-professionale (D. Lgs. 81/08 e s.m.i. art. 26, comma 1, lett. a) attraverso le seguenti modalità:

  •  acquisizione del certificato di iscrizione alla Camera di commercio, industria e artigianato;
  • acquisizione dell’autocertificazione dell’impresa appaltatrice o dei lavoratori autonomi del possesso dei requisiti di idoneità tecnico professionale, ai sensi dell’articolo 47 del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al Decreto del Presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000, n. 445; 2.2.2 Analisi dei rischi e procedura operativa Prima dell’inizio dei lavori, è necessario effettuare una specifica analisi di rischio e definire una specifica procedura operativa. I principali rischi relativi alle diverse tipologie di ambienti confinati possono derivare, ad esempio, da asfissia (carenza di ossigeno), intossicazione; tali rischi sono dettagliati, a titolo esemplificativo e non esaustivo, nella tabella riportata in allegato 2.

2.3 Individuazione del rappresentante del Datore di Lavoro Committente e informazione ai lavoratori dell’impresa appaltatrice

Il datore di lavoro committente (DLC) individua un proprio rappresentante, in possesso di adeguate competenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro e che abbia comunque ricevuto le adeguate attività di informazione, formazione e addestramento. Il rappresentante del DLC deve:

  • conoscere i rischi presenti nei luoghi in cui si svolgono le attività lavorative;
  • vigilare, con funzione di indirizzo e coordinamento, sulle attività svolte dai lavoratori impiegati dalla impresa appaltatrice o dai lavoratori autonomi e, per limitare il rischio da interferenza di tali lavorazioni, con quelle del personale impiegato dal datore di lavoro committente.

Il DLC, prima che vengano svolte attività lavorative in ambienti confinati, deve informare in maniera precisa e puntuale tutti i lavoratori impiegati dall’impresa appaltatrice, compreso il datore di lavoro ove impiegato nelle medesime attività, o i lavoratori autonomi, su:

  • caratteristiche dei luoghi in cui i suddetti lavoratori sono chiamati ad operare;
  • tutti i rischi esistenti in tali ambienti (anche quelli derivanti da precedenti utilizzi);
  • misure di prevenzione ed emergenza adottate in relazione all’attività (compreso l’eventuale coordinamento con il Servizio Sanitario Nazionale e i Vigili del Fuoco). L’attività informativa va realizzata in un tempo sufficiente e adeguato all’effettivo completamento del trasferimento delle informazioni e, comunque, non inferiore ad un giorno.